Bella da vedere la doccia walk-in… ma è anche comoda?
Solo se viene progettata bene.
Ci sono luoghi della casa che raccontano più di altri il nostro bisogno di benessere.
Il bagno è uno di questi.
Non si tratta soltanto di una stanza funzionale: spesso è visto come lo spazio più intimo, quello dove inizia e finisce la nostra giornata. E quando pensiamo a come progettarlo, la doccia diventa un punto focale.
Tra le soluzioni più apprezzate degli ultimi anni c’è la DOCCIA WALK-IN: elegante, minimale, priva di barriere.
Ma cosa la rende davvero speciale?
Non è solo una questione estetica. È una questione di sensazioni.
Cos’è, davvero, una doccia walk-in?
La doccia walk-in è un box aperto, quasi sempre delimitato da un’unica parete in vetro.
Senza porte, senza gradini, senza ostacoli. La superficie è continua, spesso a filo pavimento, e il piatto doccia può diventare tutt’uno con il rivestimento, ampliando la percezione dello spazio.
Ma non è solo una scelta architettonica. È una scelta precisa di comfort, funzionalità e stile.
Aperta, minimale, senza porte né ingombri: è lo spazio dove il benessere incontra la progettazione intelligente.
Ma cosa significa davvero installare una doccia walk-in?
E perché sempre più persone la scelgono come cuore del proprio bagno?
Equilibrio tra estetica e praticità
A livello estetico, la doccia walk-in elimina tutto ciò che è superfluo.
Le pareti in vetro – trasparenti o satinato-opache – lasciano passare la luce naturale, valorizzando materiali e finiture.
La continuità visiva fa sembrare il bagno più grande e più arioso: una soluzione perfetta per spazi piccoli che vogliono sembrare più ampi, ma anche per ambienti più grandi dove il minimalismo viene esaltato.
Dal punto di vista pratico, uno degli aspetti più importanti riguarda il piatto doccia, spesso realizzato a filo pavimento. Questo significa che viene integrato nel massetto o rivestito con la stessa finitura del resto del bagno.
Il risultato? Una superficie continua, elegante e priva di dislivelli.
Esteticamente piacevole, ma anche funzionale: elimina il gradino, migliora l’accessibilità e dona una sensazione di continuità tattile, soprattutto se si scelgono superfici effetto pietra, resine o grandi lastre ceramiche.
Quando progettiamo una doccia walk-in è necessario porre attenzione ad un dettaglio fondamentale, troppo spesso sottovalutato: la corretta pendenza del pavimento, che permette il giusto deflusso dell’acqua.
È un dettaglio tecnico da curare con attenzione, ma che fa la differenza tra un’esperienza piacevole e una scomoda.

“Con una doccia aperta, non si bagna tutto?”
La risposta? Dipende da come viene progettata.
Se mal pensata, una doccia walk-in può trasformare un momento di relax in una piccola fonte di stress: schizzi d’acqua sul pavimento, asciugamani bagnati, pulizie continue.
Ma basta davvero poco per EVITARLO.
Una parete vetrata lunga almeno 120 cm e un soffione ben posizionato – meglio se a pioggia o integrato a soffitto – sono accorgimenti semplici ma fondamentali.
Più che una doccia, un rito quotidiano
L’architettura è un fatto d’arte, un fenomeno che suscita emozione.
Le Corbusier
La doccia walk-in è il perfetto equilibrio tra funzionalità e piacere sensoriale.
Ti permette di creare un ambiente aperto, elegante, semplice da pulire e comodo da usare ogni giorno.
Ma soprattutto è uno spazio che “si sente”: nella luce che lo attraversa, nei materiali sotto i piedi, nel suono ovattato dell’acqua, nell’aria che si muove libera.
Una doccia ben progettata non è solo una questione di estetica, ma di quotidianità: è lì che ogni mattina ritroviamo un ritmo, e ogni sera lasciamo andare ciò che non serve più.

Scritto da Martina Benedetto – Dott.ssa in architettura
“Insieme a Lucia Venturini, condivido la visione di una casa come luogo personale, vivo e sensoriale. Seguimi, se ti va!”
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