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Bella da vedere la doccia walk-in… ma è anche comoda?
Solo se viene progettata bene.

Ci sono luoghi della casa che raccontano più di altri il nostro bisogno di benessere.
Il bagno è uno di questi.

Il bagno ci racconta il nostro bisogno di benessere e la doccia walk-in è una delle soluzioni più gettonate
©2022 Lucia Venturini Architetto

Non si tratta soltanto di una stanza funzionale: spesso è visto come lo spazio più intimo, quello dove inizia e finisce la nostra giornata. E quando pensiamo a come progettarlo, la doccia diventa un punto focale. 

Tra le soluzioni più apprezzate degli ultimi anni c’è la DOCCIA WALK-IN: elegante, minimale, priva di barriere.

Ma cosa la rende davvero speciale?
Non è solo una questione estetica. È una questione di sensazioni.

La doccia walk-in è un box aperto, quasi sempre delimitato da un’unica parete in vetro.
Senza porte, senza gradini, senza ostacoli. La superficie è continua, spesso a filo pavimento, e il piatto doccia può diventare tutt’uno con il rivestimento, ampliando la percezione dello spazio.

Ma cosa significa davvero installare una doccia walk-in?
E perché sempre più persone la scelgono come cuore del proprio bagno?

A livello estetico, la doccia walk-in elimina tutto ciò che è superfluo.
Le pareti in vetro – trasparenti o satinato-opache – lasciano passare la luce naturale, valorizzando materiali e finiture.

Dal punto di vista pratico, uno degli aspetti più importanti riguarda il piatto doccia, spesso realizzato a filo pavimento. Questo significa che viene integrato nel massetto o rivestito con la stessa finitura del resto del bagno.
Il risultato? Una superficie continua, elegante e priva di dislivelli.
Esteticamente piacevole, ma anche funzionale: elimina il gradino, migliora l’accessibilità e dona una sensazione di continuità tattile, soprattutto se si scelgono superfici effetto pietra, resine o grandi lastre ceramiche.

Quando progettiamo una doccia walk-in è necessario porre attenzione ad un dettaglio fondamentale, troppo spesso sottovalutato: la corretta pendenza del pavimento, che permette il giusto deflusso dell’acqua.
È un dettaglio tecnico da curare con attenzione, ma che fa la differenza tra un’esperienza piacevole e una scomoda.

Il bagno ci racconta il nostro bisogno di benessere e la doccia walk-in è una delle soluzioni più gettonate
©2022 Lucia Venturini Architetto

La risposta? Dipende da come viene progettata.

Se mal pensata, una doccia walk-in può trasformare un momento di relax in una piccola fonte di stress: schizzi d’acqua sul pavimento, asciugamani bagnati, pulizie continue.

Ma basta davvero poco per EVITARLO.
Una parete vetrata lunga almeno 120 cm e un soffione ben posizionato – meglio se a pioggia o integrato a soffitto – sono accorgimenti semplici ma fondamentali.

L’architettura è un fatto d’arte, un fenomeno che suscita emozione.

Le Corbusier

La doccia walk-in è il perfetto equilibrio tra funzionalità e piacere sensoriale.
Ti permette di creare un ambiente aperto, elegante, semplice da pulire e comodo da usare ogni giorno.

Ma soprattutto è uno spazio che “si sente”: nella luce che lo attraversa, nei materiali sotto i piedi, nel suono ovattato dell’acqua, nell’aria che si muove libera.

Una doccia ben progettata non è solo una questione di estetica, ma di quotidianità: è lì che ogni mattina ritroviamo un ritmo, e ogni sera lasciamo andare ciò che non serve più.

Scritto da Martina Benedetto – Dott.ssa in architettura

“Insieme a Lucia Venturini, condivido la visione di una casa come luogo personale, vivo e sensoriale. Seguimi, se ti va!”

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Dott.ssa Martina Benedetto

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