Lucia Venturini ArchitettoCosa troverai in questo articolo?
- il concetto di “temperatura” della luce
- i tre numeri da ricordare
- consigli… per ambienti!
Tante volte mi capita di accennare alle persone il concetto di “temperatura” della luce, ma in tanti mi chiedono poi “cosa intendi, scusa?“
Quando si è alle prese con una ristrutturazione o con un cambio di illuminazione o anche semplicemente con la sostituzione di una lampadina, si deve conoscere il concetto di “temperatura” della luce se si vuole optare per una scelta consapevole.
A molti infatti capita di sbagliare: quando si è al momento dell’acquisto, in pochi scelgono consapevolmente “luci calde” o “luci fredde”. Il primo parametro che viene tenuto in considerazione è la potenza della lampadina… ma anche il colore della luce è fondamentale per raggiungere un risultato gradevole!
Come si distingue la luce calda dalla luce fredda?
Sul piano scientifico, la differenza tra luce calda e luce fredda risiede nella temperatura della luce stessa: la prima tende visivamente verso il giallo-arancione, la seconda vira sull’azzurro.
La temperatura del colore si misura in gradi Kelvin, e si riferisce alle distinte tonalità che può avere una luce. Le più comuni sono queste tre : Bianco Caldo, Bianco Naturale, e Bianco Freddo.
Dunque, parlando di gradi Kelvin, le luci si dividono in tre gruppi:
- sotto i 3000K si ha luce calda
- sopra i 4500K si ha luce fredda
- tra i 3000K e i 4500K si ha luce neutra, dunque naturale.
Quale è meglio scegliere?
Non esiste una regola, non esiste una risposta giusta e una sbagliata…
Conosciamo le differenze ed applichiamole secondo le nostre esigenze ed il nostro gusto estetico. La luce, oltre ad essere un elemento funzionale e confortevole, può essere usata in modo strategico per esaltare l’arredamento. Ad esempio, una casa moderna e minimale, magari con finiture lucide e opache, deve essere valorizzata con una luce neutra o bianca, mai calda!
Negli ambienti di lavoro, nelle cucine o nei bagni, occorre ipotizzare una luce che non influenzi visivamente quello su cui si lavora. Un desk per il make up o un piano di lavoro gastronomico, non potranno mai avere una luce calda, perché questa altererebbe i colori di ciò su cui si lavora. Meglio optare per una luce naturale, o fredda (dai 3000K in su), che non inganni le tonalità degli ombretti o delle spezie!
Ricordiamoci inoltre che in termini di luminosità, le luci fredde sono più intense. Gli occhi si affaticano meno e risulta più semplice lavorare e studiare. Ecco perché negli uffici o in generale negli ambienti di lavoro si trovano sempre luci fredde: leggere al pc, scrivere su fogli di carta o operare su banconi risulta più facile quando sopra di noi abbiamo una luce bianca!
Al contrario, negli ambienti di relax (soggiorni, camere da letto…) non si ha bisogno di chissà che intensità di luce. Una luce troppo forte può risultare fastidiosa e troppa luminosità infonderebbe un senso di iperattività. Ecco dunque che una luce da 2700K o da 3000K risulta la scelta ottimale, andando ad illuminare l’ambiente in modo soffuso, senza abbagliare!
Quindi… in un angolo studio è opportuno optare per una luce direzionabile e intensa, idonea ad illuminare il piano di lavoro, dalla tonalità fredda, poichè in questa postazione occorre essere produttivi e concentrati!
Al contrario, in camera da letto laluce dovrà essere morbida ed avvolgente, calda e favorevole al sonno.
Fondamentale però è anche essere consapevoli che la temperatura della luce può influenzare l’umore delle persone. Studi sulla neuroarchitettura dimostrano che le tonalità fredde possono produrre una sensazione di tristezza ma al contempo di freschezza. Le tonalità calde sono invece il contrario: vengono associate a sensazioni di esaltazione e allegria, ampliano lo spazio rendendolo accogliente!
